New Dreams - "Vera e le vite ossimoriche."

Venerdì 05 Dicembre 2014 19:18 Donato Liotto
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alt “VERA” Un nome di fantasia, eppure “Vera,” dice e scrive cose che non lasciano indifferenti , ci toccano fin dentro l’anima e che, siamo certi, potrebbero far sciogliere anche i più granitici dei cuori. La presentazione di “Vera” la vogliamo fare spendendo anche noi qualche parola in più, giusto per presentarvela e farvela conoscere. Esiste non esiste? Non lo sappiamo, non ci è dato sapere, eppure “Vera” scrive e ci narra di cose all’apparir ‘tremende’ e forti, cose reali o di fantasia? Anche questo non ci è dato sapere. Tra le ‘righe,’ scoprirete l’anima di “Vera” una donna, un’autrice, che ci parla di belle “vetrine” all’apparenza ma, dietro queste “facciate” si nascondono ingombranti scatoloni e ciascuno di essi contiene realtà che è meglio non mostrare. Un articolo ma, ci piace pensare che il contenuto, le parole di “VERA” ci portino quantomeno a fare una piccola riflessione. Vi lasciamo alla lettura e cediamo la parola a “VERA” – “LE TANTE VITE OSSIMORICHE DELLA GENTE” - Una meditata e allusiva disanima sui costumi e la moralità della piccola provincia normanna. Provincia “ossimorica”: molti si definiscono benpensanti, lucidi di pelo, con la bocca piena di belle parole nel tessere le lodi della venerabilità della famiglia. Famiglia dove i ragazzi possano crescano sani e protetti, riparati all'ombra dell'amore! Il termine ossimorica adottato per questo caso e lo uso non a caso senza voler generalizzare, dicevo, ci pone invece davanti a soggetti costruttori di cartongesso, di cunicoli fatti di pruriginose stanze segrete, ciascuno arreda come l'estro più fantasioso suggerisce. C'è chi ci mette tavoli da gioco, chi ci si droga, più o meno in solitudine, chi ci crea alcove o lupanari, esterofili o amanti solo del'DOC (denominazione origine controllata) gli ospiti. Taluni, poi, pare preferiscano l'ibrido fascino di avvenenti trans, specie se politicanti. Fa molto più “chic” di un banale bunga – bunga ma, la cosa più tenera sono le cagnette incazzate e moraliste. Domanda : Ma ci fanno o ci sono certe donne e certe mogli? Ci fanno, ci fanno: unico peccato vero, squarciare il velo del pudore che copre le miserie di una tale umanità. Tutto si puó fare ma niente si può dire: “fuggi Baia” diceva una volta Seneca. “Fuggi Aversa” direbbe oggi. E non venite a dirci che, tutto il mondo è paese in un paese che si crede mondano ed invece è solo immondo! Nessuno ha visto mai danzare una ballerina di 200 chili e per giunta sulle punte. Vediamo quello che vogliono lasciarci far vedere ma, l’apparenza inganna! Aggiungo inoltre che, se Aversa fosse stata edificata al tempo degli dei, avrebbe dedicato il proprio tempio massimo al dio bifronte Giano. Ma la sua fondazione si lega alla ricompensa di un mercenario: uno insomma che si fa pagare per far guerra. Vabbé il tempo nobilita. È antica, col suo dedalo di viuzze medievali e suoi edifici storici. Peccato che il 90 per cento degli ‘oriundi’ manco sappiano di che si tratti, che la casa di Cimarosa è un mondezzaio e il centro storico è abitato da stranieri che affittano case pietose a prezzi indecorosi! Forse è vero che i popoli 'vecchi' sono adusi al vizio, con l'animo annoiato di chi ne ha viste troppe e cerca nuove emozioni. O forse è vero che la natura mercenaria di Rainulfo è rimasta nel dna degli aversani (non a tutti per fortuna) . O forse è l'arco che invita alla doppiezza. Fatto sta che a viverlo da dentro il 'mos' di questa città sconvolge. È una provincia ossimorica, aggiungi gli ingegneri senza laurea, assidui frequentatori delle bellezze muliebri dell'est, gli avvocati senza firma, quelli 'clientes' senza deontologia, i dirigenti dei nostri più temuti uffici ( quelli che infilano le mani nei portafogli per intenderci) che usano la loro posizione per scavare nelle vite altrui e dietro vite irreprensibili nascondono identità maniacali da stolker ricattatori, ponili sulle seggiole degli inquisitori. Qui il Medioevo non è ancora finito!