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"IL CENTAURO DEI MIRACOLI" IL RICORDO DI VALTER SPECCHIO

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alt di Donato Liotto - Caro Valter, caro amico mio, parlare di te, non è cosa facile, ora che non ci sei più. Ci provo, iniziando col dire, che hai percorso questi ultimi due anni della tua vita attaccandoti alla stessa con le unghie, ringhiando, e aggradendo il male che ti stava consumando, si, sei stato davvero bravo. Sei stato un eroe da ammirare, un vero esempio di coraggio e davvero non so come tu potessi essere così forte e indomito. Tu, caro Valter, avevi un amore smisurato per la vita, un amore per la tua famiglia, per tua moglie Lorella, un pilastro, una donna sensibile, con una grande forza interiore, lei era la tua roccia di granito, era la tua complice di vita, era il tuo mondo e tu per lei eri l’infinito, eri il tutto. Poi, i tuoi figli Michael e Giorgia, ragazzi stupendi, che hanno ricevuto da te e Lorella un dono prezioso, indefinibile, inenarrabile, i tuoi, i vostri insegnamenti di vita e un amore smisurato per loro. Caro amico mio, io posso solo ricordare le volte che ci siamo sentiti, e purtroppo le poche volte che ci siamo visti in circa trent’anni di amicizia vera, sincera, di quelle che basta sentirsi una sola volta, e il "tempo perso" veniva come d'incanto immediatamente cancellato. Dovevo venire da te, sarei dovuto venire, e mi dicesti poco tempo fa che sarebbe stato bello rivedersi, però, subito dopo con una piccola "scusa" aggiungesti dicendomi “attendiamo un pò,” già, dovevamo attendere che passasse questa pandemia. Io capii, non era questo il motivo reale, ma volli accettare quello che dicevi, e dentro di me sapevo perché lo dicevi, lo sapevamo entrambi. Hai percorso chilometri su chilometri con la tua moto, un centauro instancabile, una passione per la moto, la tua, che ti scorreva nelle vene. amavi sentire il vento in faccia, me lo dicevi spesso, ma soprattutto amavi andare in giro tu e Lorella in lungo e in largo, da Vicenza a Palermo, da Palermo a Napoli, da Napoli a Roma, e poi anche da me ad Aversa. Quante persone ti hanno conosciuto durante questi viaggi? Tante, non si contano. Quante di queste persone hanno iniziato ad amarti, a volerti bene? E anche qui, un numero infinito di motociclisti, amanti delle due ruote come te, e sparsi in tutta Italia, e che ora ti stanno piangendo. Eri un centauro unico, esprimevi la tua voglia di vita, lo facevi stando in moto, e condividendo con altri tuoi amici centauri la bellezza dello stare assieme, la gioia di viversi la vita con le persone giuste. Molti oggi sentono e sentiranno la tua mancanza, tra questi, sicuramente ci sono anche io. Abbiamo molteplici volte detto queste cose al telefono, lunghissime telefonate le nostre, dove raccontavamo noi stessi, dove tu ti mostravi forte, ma nel tuo cuore sapevi che la tua “storia” la tua verità era stata già scritta da mani molto più abili delle mie. Caro Valter, caro amico lontano, mi mancheranno le nostre lunghe chiacchierate, anche se mi illudo e nel darmi forza per non piangere, provo a pensare che ora "stai bene," che hai smesso di lottare, di soffrire, la tua battaglia è finita. Ora sei libero, è tempo ora di riprendere la tua moto. Corri, corri lontano, proprio come ti piaceva fare, il vento in faccia accarezzerà di nuovo il tuo viso, e dal cielo saluta tutti noi, che in un modo o nell’altro, ti ricorderemo col tuo sorriso stampato in volto. Eri, anzi sei il ‘Centauro dei Miracoli,’ sarai ricordato da tutti come l’indomito,” come il gioioso, come il gigante dal cuore d’oro, ma soprattutto verrai ricordato per i momenti speciali che ha saputo regalare a chiunque ha avuto la fortuna di conoscerti. Ora sento un tuono fragoroso mentre scrivo e parlo di te, ma a pensarci bene, non era un tuono, mi piace pensare che, sei tu sulla tua moto rombante che stai passando dalle mie parti per darmi il tuo ultimo saluto Ciao Valter!


 




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